lunedì 13 dicembre 2010

Io Sono Lala

Mia mamma era una falena, mio babbo era un riflettore esterno di una fabbrica vicino Paderno Dugnano. Si incontrarono per caso una notte e mia mamma perse subito la testa. Fu il bacio più lungo della sua vita. E fu anche l’ultimo. Ma dalla scelta spregiudicata di una farfalla notturna nacqui io: Lala.
Quell’incontro amoroso fu l’inizio della mia vita. Da sola s’intende. Mia mamma bruciò d’amore appiccicata alle labbra di vetro incandescenti di mio babbo e mio babbo scoppiò la mattina dopo. Insomma io sono nata da un fascio di luce caldissimo e da una falena un po’ stordita ma molto innamorata.

Io sono Lala. Una bambina dagli occhi grandi. Molti grandi.


di Andrea Salvatici http://ilpostodellefavole.corriere.it/

lunedì 6 dicembre 2010

Lorenzo Lotto - Annunciazione (Recanati)


Quando Maria stava per dire "No".

Ma guai, guai al mondo, se ciascuna donna non avesse il diritto di dire quel "No".
A volte fa male, a volte uccide. A volte questa espressione ci resta negli occhi per tutta la vita. Ma senza questa libertà nulla avrebbe più senso.

venerdì 3 dicembre 2010

Immagina il tuo dolore

Immagina il tuo dolore, immaginalo come una cosa reale, fisica, immaginalo come materia.
Immagina di poterlo toccare, di prenderlo in mano e di togliertelo dal cuore, di toglierlo tutto, senza lasciarne neanche una briciola.
Immagina poi di riporlo piano piano in una scatola, magari una vecchia scatola di legno, con due grosse maniglie sui lati. Poi mettici sopra il coperchio di legno e inchidalo alla scatola.
Lega poi alle maniglie un pallone, uno di quei grossi palloni usati dai meteorologi per trasportare in quota le loro sonde.
Allora vedrai quella scatola innalzarsi, prima lentamente, poi sempre più rapida. La vedrai sempre più piccola, sempre più lontana, finchè sarà solo un puntino, un piccolo puntino nero, lontano nel cielo.
E salirà, salirà ancora, fino alle stelle e ancora più su. Fino al cielo infinito, e ancora più su. Finchè arriverà nel Luogo della Gloria Eterna.
E lì ci sarà una donna a riceverlo. Ci sarà la Donna, forse l'unica che abbia mai dato un senso pieno a questa parola: ci sarà Maria.
Ella taglierà delicatamente il filo e scoperchierà la scatola. Ci vedrà dentro tutte le tue misere pene e se ne prenderà cura, come tutte le mamme del mondo. Forse sul suo volto, in quel momento, ci sarà un sorriso. E' lo stesso sorriso che c'è sul volto di ogni mamma alla vista del figlio che piange disperatamente per ogni piccola stupidaggine.
Questo è il modo per liberarti dal tuo dolore. Non sarà per sempre, però, perchè il dolore ritornerà. Ma allora non avrai altro da fare che rispedirlo ancora allo stesso modo. E se mille volte ritornasse, mille volte lo rispedirai.
Forse ritornerà sempre, questo non lo so. Ma se anche così fosse, pensa a quante volte avrai regalato un sorriso alla tua Mamma celeste.
E neppure uno di quei sorrisi andrà perduto o sarà dimenticato. Mai.

domenica 21 novembre 2010

Direi che il semplice è il vero, e il vero è semplice. Il nostro problema consiste nel fatto che, per i troppi alberi, non riusciamo più a vedere la foresta; che con tutto questo sapere non troviamo più la sapienza. In questo senso anche Saint-Exupéry nel Piccolo principe ha ironizzato sull'intelligenza del nostro tempo, mostrando come essa trascuri l'essenziale e che invece il Piccolo principe, che di tutte quelle cose intelligenti nulla capisce, in fin dei conti vede di più e meglio.

Benedetto XVI

martedì 16 novembre 2010

Gabriele Marconi - Piccolo Attila




Eh sì, iniziava proprio un anno fa.
Comunque, grazie a Dio per ciò che è stato. Tutto il resto sia a Sua maggior gloria.

domenica 7 novembre 2010


L’Europa è nata pellegrinando a Compostela e la sua lingua è il cristianesimo.

Johann Wolfgang Goethe

sabato 6 novembre 2010

C'è tempo - Ivano Fossati



Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno, teso,
come un lino, a sventolare. 

domenica 31 ottobre 2010

E sembrava importantissima
una rete di Ronaldo
o una lettera d'amore
che arrivava un po' in ritardo...

mercoledì 20 ottobre 2010

domenica 17 ottobre 2010

Quanto vorrei scrivere quello che sento, quanto vorrei esserne capace. Stare come un cane senza il branco: solo, ferito, tradito, affamato. Sentire il bisogno di gridare forte ma non esserne capace e anche essendone capace sapere che nessuno ascolterà. Affidare alla rete solo un mugolio strozzato.
Però sapere anche di avere sempre tenuto la schiena diritta, di non avere mai mollato un centimetro e di non avere mai camminato sulla testa di nessuno. Tutto davvero fuori moda, ma se un giorno Qualcuno tirerà le somme ne dovrà tener conto.

venerdì 15 ottobre 2010

Francesca (Ezra Pound)

Venivi innanzi uscendo dalla notte
recavi fiori in mano,
ora uscirai fuori da una folla confusa,
da un tumulto di parole intorno a te.

Io che ti avevo veduta fra le cose prime
mi adirai quando sentii dire il tuo nome
in luoghi volgari.
Avrei voluto che le onde fredde sulla mia mente fluttuassero,
e che il mondo inaridisse come una foglia morta,
o vuota bacca di dente di leone e fosse spazzato via,
per poterti ritrovare,
sola.
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You came in out of the night
and there were flowers in your hand,
now you will come out of a confusion of people,
out of a turmoil of speech about you.

I who have seen you amid the primal things
was angry when they spoke your name
in ordinary places.
I would that the cool waves might flow over my mind,
and that the world should dry as a dead leaf,
or as a dandelion see-pod and be swept away,
so that I might find you again,
alone.

mercoledì 13 ottobre 2010

Quello che veramente ami rimane

Quello che veramente ami rimane,
il resto è scorie
Quello che veramente ami non ti sarà strappato
Quello che veramente ami è la tua vera eredità
Il mondo a chi appartiene, a me, a loro
o a nessuno?
Prima venne il visibile, quindi il palpabile
Elisio, sebbene fosse nelle dimore d’inferno,
Quello che veramente ami è la tua vera eredità
La formica è un centauro nel suo mondo di draghi.
Strappa da te la vanità, non fu l’uomo
A creare il coraggio, o l’ordine, o la grazia,
Strappa da te la vanità, ti dico strappala
Impara dal mondo verde quale sia il tuo luogo
Nella misura dell’invenzione, o nella vera abilità dell’artefice,
Strappa da te la vanità,
Paquin strappala!
Il casco verde ha vinto la tua eleganza.
“Dominati, e gli altri ti sopporteranno”
Strappa da te la vanità
Sei un cane bastonato sotto la grandine,
Una pica rigonfia in uno spasimo di sole,
Metà nero metà bianco
Né distingui un’ala da una coda
Strappa da te la vanità
Come son meschini i tuoi rancori
Nutriti di falsità.
Strappa da te la vanità,
Avido di distruggere, avaro di carità,
Strappa da te la vanità,
Ti dico strappala.
Ma avere fatto in luogo di non avere fatto
questa non è vanità
Avere, con discrezione, bussato
Perché un Blunt aprisse
Aver raccolto dal vento una tradizione viva
o da un bell’occhio antico la fiamma inviolata
Questa non è vanità.
Qui l’errore è in ciò che non si è fatto, nella diffidenza che fece esitare.


Ezra Pound (Cantos Pisani, 81)

domenica 10 ottobre 2010

Brutte imitazioni

Perché tutto, assolutamente tutto, mi sembra una brutta imitazione di quando c'eri tu? Ovunque vedo la stessa differenza che corre tra un quadro di Raffaello e lo scarabocchio di un suo volgare imitatore: un abisso incolmabile. In nessuna trovo quello che in te nasceva così semplice e naturale. Sarà sempre così?

venerdì 8 ottobre 2010

A chi sa aspettare ogni cosa si rivela, a patto che egli abbia il coraggio di non rinnegare ciò che ha visto nella luce.

Coventy Patmore

mercoledì 6 ottobre 2010

Volevo solo guardare quelle quattro vecchie stelle con te
con te volevo solo ascoltare l'odore della terra bagnata
d'estate
o guardare quanto nero è il cielo di temporale.
Ci hai messi al mondo per amare, Signore,
e questo solo cerchiamo: l'amore.
Perché ce lo rendi così straziante?

martedì 5 ottobre 2010

The Rhythm Of Time

There's an inner thing in every man,
Do you know this thing my friend?
It has withstood the blows of a million years,
And will do so to the end.

It was born when time did not exist,
And it grew up out of life,
It cut down evil's strangling vines,
Like a slashing searing knife.

It lit fires when fires were not,
And burnt the mind of man,
Tempering leandened hearts to steel,
From the time that time began.

It wept by the waters of Babylon,
And when all men were a loss,
It screeched in writhing agony,
And it hung bleeding from the Cross.

It died in Rome by lion and sword,
And in defiant cruel array,
When the deathly word was 'Spartacus'
Along with Appian Way.

It marched with Wat the Tyler's poor,
And frightened lord and king,
And it was emblazoned in their deathly stare,
As e'er a living thing.

It smiled in holy innocence,
Before conquistadors of old,
So meek and tame and unaware,
Of the deathly power of gold.

It burst forth through pitiful Paris streets,
And stormed the old Bastille,
And marched upon the serpent's head,
And crushed it 'neath its heel.

It died in blood on Buffalo Plains,
And starved by moons of rain,
Its heart was buried in Wounded Knee,
But it will come to rise again.

It screamed aloud by Kerry lakes,
As it was knelt upon the ground,
And it died in great defiance,
As they coldly shot it down.

It is found in every light of hope,
It knows no bounds nor space
It has risen in red and black and white,
It is there in every race.

It lies in the hearts of heroes dead,
It screams in tyrants' eyes,
It has reached the peak of mountains high,
It comes searing 'cross the skies.

It lights the dark of this prison cell,
It thunders forth its might,
It is 'the undauntable thought', my friend,
That thought that says 'I'm right! '



Bobby Sands

lunedì 4 ottobre 2010

Temporale

Passando, s’incontra all’improvviso qui la vecchia
quercia gigantesca, alce pietrificato dalla
chioma sconfinata sulla fortezza nero-verde del mare di settembre.

Temporale del nord. È il tempo in cui maturano
grappoli di nespole. Vegliando al buio si sentono
scalpitare le costellazioni alle loro poste in alto sopra l’albero.

Tomas Tranströmer (trad. Maria Cristina Lombardi)

Ninna nanna del contrabbandiere

 Ninna nanna del contrabbandiere

Prega ‘l Signuur a basa vuus
cun la sua bricòla a furma de cruus

Lead kindly Light

Lead, kindly Light, amid the encircling gloom,
Lead Thou me on!
The night is dark, and I am far from home—
Lead Thou me on!
Keep Thou my feet; I do not ask to see
The distant scene—one step enough for me.

I was not ever thus, nor prayed that Thou
Shouldst lead me on.
I loved to choose and see my path; but now,
Lead Thou me on!
I loved the garish day, and, spite of fears,
Pride ruled my will: remember not past years.

So long Thy power hath blessed me, sure it still
Will lead me on,
O’er moor and fen, o’er crag and torrent, till
The night is gone;
And with the morn those angel faces smile
Which I have loved long since, and lost awhile.

Card. John Henry Newman

La strada

La Strada

Non sto piangendo sui tempi andati
o sul passato e le solite storie
perché è stupido far del casino
su un ricordo o su qualche canzone
non voltarti ti prego
nessun rimpianto per quello che è stato
che le stelle ti guidino sempre
e la strada ti porti lontano
Lo senti quel suono di un piano…?
…Conosce una Croce a cui poterli affidare…

Ciao Anima bella

…"passavo da quelle parti" e… Grazie ancora di tutto. E chissà che un giorno le nostre strade non si incrocino. Di nuovo…

Tiocfaidh ár lá.

Our day will come.

Nulla ho da offrirti, Signore, è tutto Tuo, è già tutto Tuo.
Solo questa lacrima posso offrirti, questa lacrima per lei. Questa sì, questa è davvero mia.
adesso è giorno di mercato
spuntano a grappoli i poeti
tutte le isole han trovato

...

ma nell’ intreccio di vita uguale soffia il libeccio di una domanda,
punge il rovaio d’un dubbio eterno, un formicaio di cose andate,
di chi aspetta sempre l’ inverno per desiderare una nuova estate
Il Vecchio e il Bambino

immagina i frutti e immagina i fiori
e pensa alle voci e pensa ai colori

Attendite

Attendite a falsis prophetis, qui veniunt ad vos in vestimentis ovium, intrinsecus autem sunt lupi rapaces.